Il 3 giugno scorso i giudici condannavano Stephan Schmidheiny a 18 anni per l’accusa di disastro ambientale doloso. Essi sostengono che il manager “aveva previsto e accettato che dagli atti compiuti sarebbero derivate molteplici omissioni di cautele contro gli infortuni sul lavoro e una sequela non esattamente calcolabile, ma molto vasta, di patologie amianto-correlate”.
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